Cos’è il FLOW

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Indice

Il concetto di Flow fu introdotto per la prima volta da Mihály Csíkszentmihályi, psicologo ungherese, emigrato a Chicago a 22 anni, insieme alla sua famiglia, per motivi politici.

Nel 1975, arrivò a formulare la teoria del Flow, in occasione dei suoi studi sulla felicità e sulla creatività, presso l’Università di Chicago, della quale divenne Capo del Dipartimento di Psicologia.

In letteratura, il Flow viene chiamato con diverse denominazioni:

  • Stato di esperienza ottimale;
  • Stato di grazia;
  • Zona di massima prestazione;
  • To be in the zone o everything clicks (negli USA);
  • Trance agonistica (in ambito sportivo).

È uno stato psicofisico in cui si è totalmente immersi in ciò che si sta facendo, si perdono i riferimenti temporali, si hanno percezioni migliori ed eccezionali, i sensi sono amplificati (il campo sembra più grande, l’avversario più piccolo, l’attrezzo diventa una parte del nostro corpo).

Grandi atleti ed artisti, raccontano spesso di aver raggiunto uno stato di completa immersione durante le loro migliori prestazioni, in gare o performance artistiche come concerti o nella realizzazione di opere d’arte.

Non si accusa stanchezza, al punto che prevale la sensazione che si potrebbe andare avanti all’infinito nella propria prestazione, tutto avviene in maniera fluida ed armoniosa, tutto è al posto giusto, tutti i sistemi funzionano all’unisono.

Si attivano qualità mentali di tipo superiore, (problem solving, insight, intuizione, creatività), non vi sono distrazioni, l’attenzione è completamente rivolta a ciò che la nostra mente-corpo sta svolgendo e agli stimoli rilevanti per la prestazione.

In pratica, vi è un’estrema connessione tra corpo, mente, ambiente e materiali, per cui si diventa l’azione che si sta svolgendo.

Le nove dimensioni del Flow

Nel suo libro più importante, “Flow. The psichology of optimal experience” (1990), Csikszentmihalyi ha identificato gli elementi che caratterizzano lo stato di Flow:

  • Obiettivi chiari;  
  • Concentrazione totale sul compito;
  • Il soggetto è talmente assorto nell’attività da non averne consapevolezza (perdita dell’autoconsapevolezza);
  • Distorsione del senso del tempo;
  • Retroazione diretta e inequivocabile, l’effetto dell’azione è percepito dal soggetto in modo immediato e chiaro, costituisce per lui un feedback inequivocabile;
  • Equilibrio tra sfida e capacità: l’attività non è né troppo facile né troppo difficile per il soggetto, ma proporzionata e alle sue abilità (assenza quindi di noia e di ansia);
  • Senso di controllo: percezione di totale controllo e di poter dominare la situazione;
  • Piacere intrinseco;
  • Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono massimi, gli atleti non si interrogano sulla bontà o meno dell’azione perché sono un tutt’uno con essa.

Modello di funzionamento

Il modello di funzionamento del Flow è stato definito come zona intermedia, quindi di equilibrio, fra le opportunità di azione/richieste/sfide (challenges) e le proprie potenzialità (skills).

Al di fuori di questa zona, se lo sbilanciamento è polarizzato verso le challenges, il soggetto esperisce ansia, in virtù del fatto che non si sente adeguato al compito richiesto; Se lo sbilanciamento è polarizzato verso le skills, il soggetto può provare apatia e noia, poiché il compito richiede poco sforzo e risulta dunque scarsamente stimolante.

Le ricerche portate avanti nella Psicologia dello Sport, hanno permesso di mettere a punto dei protocolli di preparazione mentale, che consentano all’atleta di raggiungere o prolungare lo stato di Flow al momento opportuno.

È importante, tuttavia, ricordare che tali interventi possono essere fatti solo su misura del singolo atleta e, ovviamente, al momento opportuno, da personale qualificato.

Video

Di seguito il bellissimo speech di Mihaly Csikszentmihalyi al TED 2004

Flow, the secret to happiness – TED2004 – February 2004

Note: Immagine di master1305 su Freepik

Picture of Dott.ssa Michela Bellucci

Dr. Michela Bellucci

Sono una Psicologa iscritta all'Albo delle Psicologhe e Psicologi dell'Umbria, con una specializzazione in Psicologia Clinica, un master in Psicologia dello Sport e attualmente specializzanda in Psicoterapia Psicoanalitica Esistenziale.

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